domenica 26 gennaio 2014

Storia della lingua Ladina

La storia della lingua ladina risale al periodo della presenza dei romani nella zona alpina.


Tempo fa la lingua ladina era la più diffusa nelle regioni dell’arco alpino, mentre oggi il ladino è presente solo in alcune valli dolomitiche. Questa lingua risale al periodo della presenza dei romani nella zona alpina.Il condottiere romano Druso conquistò nel 15 a.C. la regione alpina e dalla fusione dell’antica cultura celtica-reta con quella dei romani nacque il ladino. La lingua ladina stessa si è sparsa quindi già nel primo secolo d.C.. E questo significa per esempio anche, che la lingua italiana è nata solo quale secolo più tardi!


Il ladino venne parlato allora nell’area tra il fiume Danubio a nord fino al Lago di Garda nel sud, e dal passo St. Gotthard ad ovest fino a Trieste ad est. Ma dal XI secolo in poi, a causa della penetrazione dei Baiuvari da nord e dei Longobardi da sud, il territorio ladino viene ridotto. Già presto l’area ladina venne drasticamente ridimensionata e divisa tra se. Solo in alcune valli dolomitiche la cultura e la lingua ladina ha potuto sopravvivere.


Dopo la fine della 1° Guerra Mondiale e l’aggregazione dell’Alto Adige all’Italia, anche le aree nelle quali venne parlato ancora il ladino vennero unite all’Italia. Durante il fascismo il ladino venne inoltre dichiarato un dialetto italiano. Ma i ladini lottano per il riconoscimento come gruppo etnico proprio e naturalmente anche per la lingua propria. Solo di seguito al secondo statuto d’autonomia dell’Alto Adige vengono riconosciuti diritti della minoranza ladina.


Fino al giorno d’oggi la lingua ladina è ancora presente nelle seguenti valli dolomitiche nell’Italia, come anche nella Svizzera: Nella Val Gardena, Val Badia, Val di Fassa, Livinallongo ed Ampezzo nelle Dolomiti, nel Friuli e nel Cantone di Grigioni in Svizzera. Nell’Alto Adige il ladino è oggi anche materia obbligatoria nelle scuole ladine ed esistono inoltre diverse pubblicazioni in lingua ladina, come per esempio libri o giornali.

Arrampicata su ghiaccio

Con ramponi e piccozze su cascate e colatoi: alla scoperta della dimensione verticale del freddo.


L’arrampicata su ghiaccio costituisce per molti scalatori un’affascinante e valida alternativa alle salite su roccia durante il periodo invernale.

Chi pratica questo sport sa che attrezzatura ed abbigliamento idonei sono indispensabili. Dato che non esiste un allenamento a secco bisogna esercitarsi direttamente sul ghiaccio.


Delle splendide zone per praticare quest’attività si trovano tra l’altro in Val Passiria (cascata di Imst), in Valle Aurina (Tristenbach vicino Riva di Tures), in Val Martello (Gioveretto/Zufritt) ed in Val Senales (Ratiscio Vecchio/Altratheis).


Un’esperienza unica, a patto che si presti la dovuta attenzione alla sicurezza.

sabato 25 gennaio 2014

"Aprés Ski" Sapete cos'è?



Dopo un giorno all’insegna di sport invernali, al pomeriggio è bello riscaldarsi in una delle accoglienti baite, oppure si può festeggiare in uno dei pub, ovvero gli Après Ski!




Quasi ogni area sciistica ormai dispone di almeno un Après Ski, dal famoso “Bussl” in Val Senales al “Tipi” in Obereggen oppure il cosiddetto “Giggeralm” in Plan de Corones.




Divertirsi in compagnia, conoscere gente nuova, ascoltare della buona musica - negli Après Ski dell’Alto Adige per i nottambuli il buonumore è assicurato anche lontano dalle piste da sci :-)




Pronti e via, il divertimento vi aspetta!!